sabato 6 marzo 2010

Intervista a Sergio Caputo – Qualcuno sta bussando alla mia anima





















Sergio Caputo vive da qualche tempo negli Stati Uniti. Torna in Italia di rado, per salutare il suo pubblico con qualche concerto. Si tiene lontano anche dall'industria discografica del nostro paese, pubblicando da solo i propri dischi, soltanto quando sente che è il momento giusto. Ha così la possibilità di esprimersi al meglio, scegliendo magari di realizzare un disco di jazz strumentale come That Kind Of Thing (2003). In estate è uscito il suo nuovo album dal vivo La notte è un pazzo con le mèches, nel quale troviamo, accanto a pezzi più recenti quali Brioche, Cappuccino e Blue elettrico, tratte da I Love Jazz (1996), alcuni classici (Bimba se sapessi, Spicchio di luna) di quando nei primi anni '80 cambiò il modo di scrivere canzoni in Italia. Dai giorni di Un Sabato italiano (1983) tanta musica (jazz, pop, swing, sudamericana) è passata sotto le dita di Caputo, spesso accompagnato da chitarre Gibson (come sulla copertina di I Love Jazz e del suo romanzo Disperatamente (e in ritardo cane) uscito nel 2008 per Mondadori) o Epiphone (lo si vede nella cover di La notte è un pazzo con le mèches). Lo abbiamo contattato per chiacchierare delle ultime novità e di alcuni momenti chiave della sua carriera, in attesa del prossimo album di studio.

Paolo Bassotti – Cominciamo da La notte è un pazzo con le mèches. Come mai hai deciso di pubblicare proprio ora un disco dal vivo? Che ricordi hai del suo celebre predecessore, Ne approfitto per fare un po' di musica?

Sergio Caputo – Questo ultimo live documenta...

[Clicca qui per continuare a leggere l'intervista di Paolo Bassotti a Sergio Caputo su Gibson.com]

Video - Sergio Caputo - Ma che amico sei

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