sabato 12 luglio 2008

Thomas Function - Celebration!
















Questi ragazzi dell’Alabama esordiscono con un piccolo disco di classico rock’n’roll/punk alla newyorkese. Joshua Macero non s’atteggia a poeta – non è difficile immaginarlo accanto a Dante e Randall nel cast di Clerks III – eppure i suoi ululati sono degni di Jim Carroll e Richard Hell. Al suo fianco il gruppo tira che è una meraviglia, con Zach Jeffries che mette il marchio di fabbrica con un organo che pare comprato al garage sale di Jerry Harrison...[Continua su SentireAscoltare]

venerdì 11 luglio 2008

Thomas Function - Gli occhi chiusi e la fine del mondo

L'immagine “http://www.victimoftime.com/media/images/ThomasFunctionSC.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

Mi trovo a casa d’amici. Due maniaci del rock, una coppia per la quale organizzare una vacanza equivale a trovare il modo di conciliare i My Bloody Valentine in concerto a Manchester con Morrissey a Londra. Arriva il momento in cui cerco di spiegare come mai negli ultimi giorni non ho fatto altro che ascoltare uno sconosciuto gruppo dell’Alabama chiamato Thomas Function. Il web non è d’aiuto. Non hanno un loro sito ufficiale e su quello della loro etichetta non vengono nemmeno nominati. Su Youtube ci sono pochi video, girati male da qualche spettatore di un loro concerto (palloni da spiaggia volano tra palco e pubblico, come in una versione da hard discount del circo lisergico dei Flaming Lips). A guardarli bene, questi spezzoni di infima qualità potrebbero essere rivelatori di molti segreti dei Function, del loro modo di lasciarsi andare sul palco, di scatenare la reazione del pubblico. Chissà che cosa c’è nel punto fisso all’orizzonte sul quale pare concentrarsi il cantante Joshua Macero? [Continua su SentireAscoltare]

Link Thomas Function - MySpace

martedì 8 luglio 2008

It's Too Late To Stop Now

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In appendice al mio pezzo sul revival soul, trovate pure cinque brevi schede relative a come alcuni grandi nomi della musica nera stanno facendo i conti con il proprio passato. Per stuzzicare la vostra curiosità, ecco gli incipit:

Solomon Burke
Pubblica proprio in questi giorni Like A Fire, il quarto album di quello che è il suo rinascimento musicale, iniziato nel 2002 con Don’t Give Up On Me. Il gigante di Filadelfia è stato uno dei nomi più grandi della Atlantic, basti pensare che nel supergruppo The Soul Clan era lui il leader, davanti a gente come Joe Tex e Ben E. King... [Continua su SentireAscoltare]

Al Green
Come Burke, Green è un predicatore, ha di recente iniziato una nuova fase della propria carriera (nel 2003, con I Can’t Stop, su etichetta Blue Note) e ha un album in uscita in questi giorni. Lay It Down... [Continua]

Stevie Wonder
I suoi anni ’80 sono visti generalmente come l’accurata opera di distruzione di un curriculum da sogno costruito nella decade precedente. Si può scatenare il dibattito sulla possibilità che nemmeno Ebony And Ivory e I’ve Just Called To Say I Love You possano scalfire la maestà di Innervision e Talking Book, rimane comunque il fatto che per il seguito dell’anonimo Conversation Peace, uscito nel ’95, l’atteggiamento generale è stato per anni di timore o indifferenza, non certo di attesa fremente...[Continua]

Prince
Malgrado abbia solo 50 anni, cade nel calderone delle leggende che accettano l’esilio nel revival di sé stessi. Il genio di Minneapolis è stato forse l’ultimo vero gigante della black music, andando però a infilarsi in un imbuto dopo il suo trionfo più grande, la sfida a Songs In The Key Of Life vinta con Sign ‘O’ The Times nel 1987... [Continua]

Van Morrison
In Pay The Devil, nel 2006, ha cantato. “Era la mia vita/è diventata la mia storia”. Per essere un genio lunatico, campione del malumore, Van Morrison è diventato molto prevedibile, da quando sembra aver trovato nell’amore per la musica la soluzione ai suoi dilemmi sull’Illuminazione... [Continua]

Video Al Green - Let's Stay Together

lunedì 7 luglio 2008

Soul Believers

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E' finalmente disponibile su SentireAscoltare il mio lungo articolo sul revival della musica nera intitolato Until I Believe In My Soul. Parlo di Mark Ronson, di Amy Winehouse, di Danger Mouse, di Duffy e di tutti quelli che stanno cercando, chi ricopiando i classici nel minimo dettaglio (vedi il video di Sharon Jones in fondo al post), chi attualizzando la ricetta, di dare nuova vita ai suoni classici della Atlantic/Stax/Volt e della Tamla/Motown.
Il pezzo inizia così:

C’è qualcosa che manca nel suono/che mi faceva star bene […] Che cosa è successo al soul? Siamo qui solo per intrattenere/e far finta di soffrire/e se mi vuoi vedere mentre mi diverto/guardami muovere le mani/è una distrazione che uso/per nascondere la mia totale mancanza di soul”. Se Todd Rundgren non si fosse vestito da coniglio per l’orribile copertina di Liars, il suo complesso concept album sulla menzogna, magari molti più ascoltatori sarebbero incappati in Soulbrother, accorata riflessione sulla desolante condizione della black music. La domanda merita un tentativo di risposta: che cosa è successo al soul?

Il paradosso è che apparentemente la musica nera sembra aver trionfato, crisi commerciale dell’hip hop a parte (questo è un lungo discorso che merita una disamina in un’altra sede, vi rimando all’articolo di Giancarlo Turra). Oggi è impossibile immaginare i prodotti più commerciali delle case discografiche – boy and girl band, dive e divi del pop da classifica e da suoneria - svincolati dal suono nero, dall’adesione a quello che negli ultimi anni ha assunto il nome di r’n’b. Persino Madonna, dopo anni in caccia di nomi d’essai come William Orbit e Mirwais, è infine caduta tra le braccia degli onnipresenti Pharrel e Timbaland. Il tutto mentre nei talent show televisivi i giovani concorrenti che pensano d’aver imparato la lezione indugiano in ridicoli melismi a mimare la loro idea di soul. Perché è indubbio che esista una rappresentazione condivisa di questo genere musicale e di tutto ciò che connota. Chiunque ami il vero spirito del soul, e non solo la sua messa in scena, si rende però conto che c’è qualcosa che non va, qualcosa che manca...[Continua su SentireAscoltare]


Video Sharon Jones & The Dap-Kings - 100 Days & 100 Nights


Video Eli "Paperboy" Reed & The True Loves - The Satisfier

Congratulations! + Il numero di Luglio di SentireAscoltare



















Questo è il post numero cento!
Paraponziponzipò!
Mi congratulo con me stesso e, per non esser troppo egocentrico, elargisco complimenti anche alla brava Tiziana che ha passato l'esame per iscriversi all'albo dei giornalisti. Il duplice hurrà divanta più che quadruplice al pensiero di tutte le persone care che trovano fortuna e avventure in giro per il mondo. Nella lista dei partenti e dei partiti, al Pruf, a Luca Lapu e all'amara ragazza della via T, domani s'aggiungerà Vale Corri Corri (cantava Dalla: "Sto andando a Washington/ma cosa vado a fare non lo so"). E' questione di giorni, e presto anche Lauretta prenderà il treno per l'America (sempre Dalla: "Corri e ferma quel treno/fallo tornare indietro", oppure "Ma l'America e lontana/dall'altra parte della Luna", fate voi).
Ciao cari.
Terminata la sortita nel privato, torno a questioni musical-professionali.
E' uscito il numero di Luglio di SentireAscoltare, per il quale ho scritto uno speciale sui Thomas Function e ho recensito il loro disco d'esordio, "Celebration!" (disco fantastico, peccato che nell'intervista - impubblicabile - si siano rivelati dei cialtroni insopportabili), assieme al nuovo album di James Jackson Toth, ex leader dei Wooden Wand.














Video Ghostface Killah - We Celebrate

martedì 1 luglio 2008

The Horror The Horror - Wired Boy Child
















Ho osservato una lumaca strisciare lungo il filo di un rasoio, ed era più interessante di questa roba qui. Ascolto i The Horror The Horror e penso The Strokes The Strokes. Questo disco è talmente invischiato nelle trappole dell’emulazione che ribalta lo schema: per tutta la sua durata si ha l’impressione che il gruppo svedese stia facendo sforzi sovraumani non per somigliare ai propri idoli, quanto per trovare degli espedienti buoni per differenziarsi. Le deviazioni più efficaci sono la lenta Some Napalm Burning, lo strumentale Kamelen (che fa venire in mente i New Order!), e Yes (I’m Coming Out) e It Was Everything Everything! che con la loro beata inconsistenza virano dalle parti di Kooks e Thrills... [Continua su SentireAscoltare]

Video The Horror The Horror - Yes (I'm Coming Out)
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