giovedì 30 giugno 2011

Ritornano i due album di Ozzy con Randy Rhoads





















Finalmente vengono ristampati i primi due dischi solisti di Ozzy Osbourne, gli unici realizzati con il prodigioso chitarrista californiano Randy Rhoads. A differenza di molte operazioni similari, puramente commerciali, questa riedizione ha anche il compito di rendere nuovamente disponibili i dischi nella versione originale, con la sezione ritmica affidata al bassista Bob Daisley e al batterista Lee Kerslake. Per via di una causa sui diritti delle canzoni, intentata dai due musicisti a Ozzy negli anni Ottanta, nella ristampa del 2002 le loro parti erano infatti state incise di nuovo da Mike Bordin e Robert Trujillo.

Il nuovo (vecchio) Blizzard Of Ozz (1980) propone come bonus tracks, oltre alla...

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Ozzy Osbourne - I Don't Know

lunedì 20 giugno 2011

Robert Johnson – Quattro cover d'autore per i cento anni del re del Delta blues





















Salimmo a casa sua e lui aprì il cassetto e tirò fuori una chitarra; era una Kalamazoo,di quelle con il foro centrale grande, fabbricata dalla Gibson. Mi domandò: “Conosci questa chitarra?” e io: “Sì. Sembra quella di Robert”. “Lo è”, fece lui. E mi spiegò che era uno dei suoi fratelli.
(Robert Lockwood, nel libro di Peter Guralnick “Robert Johnson – In cerca del re del blues”.


Che cosa resta di Robert Johnson, re del Delta blues, nato cento anni fa, l'8 Maggio del 1911, e morto avvelenato nell'Agosto del '38, pochi mesi dopo avere compiuto 27 anni? Restano tre fotografie e una chitarra Gibson L-1 messa in vendita per 6 milioni di dollari nel 2006. Restano 29 canzoni (alcune in doppia versione, per una somma complessiva di 41 tracce), registrate in tre sessioni a San Antonio, il 23, il 26 e il 27 Novembre del 1936. E con esse resta un'eredità immortale, rafforzata da mille leggende – tra patti col diavolo, incroci prodigiosi, donne innamorate e fantasmi che vagabondano con l'autobus – ma soprattutto incarnata dalla reale e sovrumana potenza della sua musica. Johnson seppe dare una profondissima impronta personale a tutto ciò che lo aveva influenzato. Molte delle sue canzoni sono riadattamenti di brani tradizionali, come 32-20 Blues, figlia di 22-20 di Skip James, e di certo Johnson risente tanto dell'insegnamento di artisti come Son House, oppure Charley Patton, con il suo canto intriso di un'insolita e profonda emotività; il modo nel quale sa esprimere dolore e paura, rabbia e ironia, sensualità e dolcezza, è però assolutamente unico, così come l'approccio rivoluzionario alla chitarra, fatto di accordature aperte e di sfumature jazz, e di padronanza magistrale di slide e fingerpicking.

A partire dal...
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Robert Johnson - 32-20 Blues

mercoledì 15 giugno 2011

Passo dopo passo – Il nuovo album degli Arctic Monkeys














Le premesse del nuovo album degli Arctic Monkeys erano state piuttosto preoccupanti per i fans storici della band. La copertina in stile White Album, davvero poco fantasiosa. Il titolo, Suck It And See, tra provocazione puerile e citazione del “Peel slowly and see” dei Velvet Underground. Due tracce di lancio che sembravano confermare la svolta cupa e americana di Humbug. La prima è stata Brick By Brick, uno strafottente rock vecchio stile, con un testo sorprendentemente diretto, cantato dal batterista Matthew Helder. Chi si sarebbe mai aspettato di sentire dai ragazzi di Sheffield l'urlo di battaglia “I want to rock and roll”? La seconda, Don't Sit Down 'Cause I've Moved Your Chair, scelta come primo vero singolo, con il suo passo lento, pesante e allucinato, portava invece ancora i segni dell'incontro con Josh Homme dei Queens Of The Stone Age, avvenuto ai tempi dell'album precedente.

Le altre canzoni di SIAS, prodotto da James Ford, compongono invece...
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Arctic Monkeys - Brick By Brick

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