mercoledì 21 novembre 2007

Uno, due, tre, Distortion
















Il 15 Gennaio uscirà il nuovo album dei Magnetic Fields, Distortion. Finalmente scopriremo se Stephin Merritt ha trovato il coraggio di affrontare il meraviglioso gigante da lui creato nel 1999, le tre ore di dissertazioni sul pop e sull'amore di 69 Love Songs. Dopo quel triplo capolavoro, tutti i suoi progetti sono sembrati delle fughe dalla responsabilità, in particolare i, il più recente album dei Magnetic Fields, , che, a partire dalla grafica, appariva come una piccola postilla al suo predecessore (un po' come per Prince era stato Lovesexy , venuto subito dopo l'enorme Sign 'O' the Times). In questi anni Merritt ha fatto di tutto, scrivendo per il teatro (Showtunes) e per il cinema (Eban & Charlie e Pieces of April) fino a un recente esperimento che lo ha visto comporre una canzone, Man of a Million Faces, partendo da una fotografia (la foto che accompagna questo post) e avendo a disposizione 48 ore da passare sotto allo sguardo delle telecamere, in una sorta di reality show del processo creativo. Questa strana impresa ci ha permesso tra l'altro di scoprire qualche dettaglio sul suo modo di lavorare. A quanto pare Merritt per trovare l'ispirazione ha bisogno del chiasso di qualche bar. Una volta arrivata l'idea giusta, segue il "metodo Abba": si rifiuta di appuntarsi la melodia appena inventata, convinto che valga la pena lavorare solo su temi facilmente ricordabili. Tornando a Distortion, che cosa ci propone come antipasto del suo nuovo disco uno dei migliori autori di testi in circolazione? Un brano strumentale, se si eccettua l'euforica ripetizione del titolo. La bella sorpresa di Three-Way è la chitarra surf, affogata in un muro del suono in stile Phil Spector, molto distante dagli ambienti spogli nei quali vivevano molti personaggi di 69 Love Songs.
Postilla: ho appena realizzato come mai Three-Way possa suonarmi così familiare. La sigla di Futurama!

MP3 The Magnetic Fields - Three-Way

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