giovedì 2 luglio 2009

“La musica ci passa attraverso” – Intervista a Corrado Rustici

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La passione per la musica ha portato Corrado Rustici a vivere esperienze straordinarie. Il chitarrista napoletano è stato protagonista, con i Cervello e con i Nova, della stagione d’oro del prog italiano; ha preso parte alla registrazione di album di superstar quali Aretha Franklin, Whitney Houston, Herbie Hancock e George Benson; ha rinnovato il sound delle produzioni italiane, contribuendo ai successi di Zucchero, Elisa, Bocelli e Negramaro. Lo abbiamo contattato al telefono a San Francisco, per parlare di tutto questo e di molto altro: la ricerca della conoscenza, i suoi dischi solisti, i piani futuri con Ligabue. E l’amore per la Gibson SG del ’63!

Paolo Bassotti - Come t’è venuta la passione per la musica? Come hai cominciato a suonare?

Corrado Rustici - Cominciai all’età di cinque anni, suonando il mandolino con mia nonna. Era proprietaria di alcuni mandolini molto antichi, che suonava ogni tanto e custodiva gelosamente. Mi insegnò un paio di canzoni napoletane, e poi mi venne voglia di passare alla chitarra. La mia era una famiglia musicale, nella quale si cantava e si suonava spesso; mia madre era stata direttrice di un coro per molti anni. Inoltre mio fratello maggiore (Danilo Rustici, ndr) diventò chitarrista di un gruppo abbastanza famoso del prog italiano, gli Osanna, e io seguii le sue orme.

Hai sempre pensato di fare il musicista?

Ho realizzato che non è che “pensi” di essere un musicista. Lo sei. È una cosa che ti trasporta. I musicisti che hanno più successo sono quelli che si lasciano andare, si abbandonano alla musica, senza troppe domande. Io mi sono lasciato andare, anche perché il contesto familiare me l’ha permesso, malgrado alcune critiche all’inizio. Mi è stato facile lasciarmi condurre da questa direttiva interiore.

Questo lasciarti andare, questo seguire la musica, ti ha portato anche a fare dei viaggi coraggiosi.

Registrai il mio primo album (Melos, ndr) nel ’73, con un gruppo prog chiamato Cervello, un disco adesso universalmente considerato uno dei migliori 20 album del prog italiano. Era un periodo nel quale in Italia c’erano movimenti culturali e sociali abbastanza pesanti: era molto difficile suonare e avere un riscontro con altri musicisti. Ogni tanto arrivavano in Italia gruppi come Jethro Tull, Genesis, Gentle Giant, Van Der Graaf Generator; questi musicisti facevano cose incredibili, e io cominciai a sentire l’esigenza di misurarmi con loro. Seppi abbastanza presto che era importante che io uscissi dall’Italia. Formammo un gruppo chiamato Nova e decidemmo di trasferirci, con grandi sacrifici, in Inghilterra. Lì ebbi la possibilità di conoscere, di suonare, di imparare da grandissimi musicisti americani e inglesi. Tutti i grandi spostamenti che ho fatto, sono serviti a seguire questa mia voce interiore.

[Clicca qui per continuare a leggere l'intervista di Paolo Bassotti a Corrado Rustici su Gibson.com]

Video - Corrado Rustici - Bodega Bay

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