martedì 14 luglio 2009

Io è un altro (e sta suonando il piano) – Intervista a Stefano Bollani

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Da ragazzino Stefano Bollani voleva essere Adriano Celentano. Non voleva essere come lui, voleva proprio essere lui. È diventato invece uno dei più grandi pianisti jazz, un artista conosciuto dagli appassionati di tutto il mondo, conquistando allo stesso tempo notorietà presso il grande pubblico grazie alle sue mille attività collaterali. Che cosa hanno in comune il Bollani che incide per la seriosa ECM e quello che diverte le platee con le proprie ironiche improvvisazioni? Che cosa lega il Bollani pianista (al solito multiplo: solo, visionario, carioca, danese…) con le altre versioni di sé, che parlano in radio, scrivono romanzi, fanno persino la pubblicità dell’acqua minerale? Per discutere di questo e altro lo abbiamo intervistato, ottenendo anche qualche anticipazione sulle sue mosse future. L’occasione per incontrarlo è stata la presentazione di La sindrome di Bollani, un bel libro a più mani, che prova a sbrogliare il filo di una matassa tanto intricata.

Il problema di sezionare una rana è che magari riesci pure a capire perché la rana salta, ma di solito va a finire che la rana non salta più. È per questo che non si possono spiegare le barzellette. Valentina Farinaccio, Marco Sutera e Vincenzo Martorella sono invece riusciti a prendere quel misterioso anfibio del jazz che è Stefano Bollani, a tagliarlo a pezzi per studiarlo, decifrarlo, spiegarlo, restituendocelo alla fine più vivo che mai. L’hanno fatto in La sindrome di Bollani, un libro, in uscita in questi giorni per Vanni Editore, che accetta la sfida di dover render conto delle molteplici nature dell’artista: pianista jazz straordinario, con aperture inevitabili a ogni possibilità; cantante, showman, conduttore radiofonico, scrittore, imitatore. Hanno vinto la sfida ricorrendo a diverse voci e registri (ai tre autori si aggiungono anche David Riondino, nella prefazione, e lo storico compagno di viaggio e di musica Enrico Rava, nella postfazione). La sindrome di Bollani è in parte biografia – lavoro doveroso, visto il percorso zigzagante di Stefano – e in parte saggio critico, nel quale Martorella stempera con un’invadente ossessione per l’ironia la propria inattaccabile competenza; gran parte del libro è inoltre dedicata a una lunga intervista, realizzata negli anni principalmente dalla Farinaccio, che consente a Bollani di dire la sua sulla propria storia, sul suo perenne ritornare, malgrado le mille digressioni, all’amore originale per il jazz. Nella presentazione alla stampa del volume, Bollani riconosce di aver utilizzato le conversazioni per una sorta di involontario e necessario percorso di autoanalisi, per capire ad esempio il proprio rapporto col pubblico nei concerti per piano solo.

Intervisto Bollani dopo la presentazione, e prima di un concerto dedicato a Gershwin all’Auditorium di Roma. Sul palco si dimostrerà ancora una volta capace di rimanere sempre sé stesso pur cambiando faccia, negli intensi standard al piano da solo così come nella Rapsodia in blu con l’orchestra condotta da Xian Zhang.

[Clicca qui per leggere l'intervista di Paolo Bassotti a Stefano Bollani su Gibson.com]

Video - Stefano Bollani - Antonia

Video - Stefano Bollani - Copacabana

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