mercoledì 28 maggio 2008

Matthew Ryan Vs. The Silver State
















Come può un bravo cantautore americano riuscire a distinguersi dai mille altri che fanno il suo stesso mestiere? Come emergere dalla massa che spesso risucchia nell'anonimato anche nomi affermati come Lucinda Williams o John Hiatt? Un espediente tipico è cercare di differenziarsi tramite una produzione anomala, si pensi ad esempio ai flirt con l'elettronica di Beth Orton o della Rickie Lee Jones di "Ghostyhead". Matthew Ryan ha deciso di dare al suo nuovo lavoro un suono vasto, ambizioso, a un passo dallo Stadium Rock. Questa è la mia recensione, molto positiva (voto 7.3/10), dell'album che ha realizzato con i Silver State:

L’incontro con i Silver State permette a Matthew Ryan di trovare nuovi colori per la propria scrittura molto classica, trasformando in qualcosa di nuovo, e spesso inaspettato, canzoni che avrebbero potuto con molta meno fantasia essere risolte nella solita Americana prediletta dai cantautori. Hold on Firefly e Drunk And Disappointed sono ruvide quanto gli schizzi del Paul Westerberg di Stereo, e mettono in evidenza le somiglianze tra la voce di Ryan e quella del leader dei Replacements. Le canzoni che più si fanno notare sono però quelle nelle quali i Silver State percorrono i pericolosi e vasti territori della Big Music. Matthew Ryan presumibilmente non suonerà mai in uno stadio, a meno che non provi a scavalcare di notte, eppure molti brani di questo suo lavoro ci riportano al tempo in cui era normale sognare un rock di spazi e platee sconfinate, ai giorni neo quali gli Echo & The Bunnymen non si facevano fotografare se non avevano a disposizione un ghiacciaio o una spiaggia deserta... [Continua su SentireAscoltare]

Video Matthew Ryan Vs. The Silver State - Closing In

1 commento:

Emi ha detto...

Ma pensa. Matthew Ryan pensavo di conoscerlo solo io. Sei un grande Paolo!

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