mercoledì 15 ottobre 2008

Okkervil River - The Stand Ins

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A un anno di distanza da The Stage Names arriva la seconda parte di un progetto originariamente pensato come un doppio album.
Al centro delle riflessioni di Will Shelf pare imporsi definitivamente un tema che da sempre gli è caro: i retroscena e i paradossi dello show businnes e della musica leggera.
La sua abilità con i testi è come al solito straordinaria. “Cantate con dolcezza e dichiarate in fretta, le parole che lui ha calcolato per farti cantare in coro (con lo stereo acceso, mentre sei in calzoncini sul prato) vengono completamente fatte proprie da una coppia che ha appena consumato il primo amore all’alba”. È l’ipotesi di Pop Lie: se il cantante mente, chi si innamorerà della canzone e la canterà con lui, sarà altrettanto bugiardo? A chi si può credere? In Singer Songwriter c’è un fiume di veleno, degno del Dylan più spietato, destinato a chissà quale ipocrita cantautore di buona famiglia e dai consumi impeccabili (Kinks, Poe e Chanel): “Tu hai buon gusto. Che spreco che tu non abbia nient’altro”.

Con questo disco gli Okkervil River salutano Jonathan Meiburg, che lascia la band per dedicarsi a tempo pieno agli Shearwater. Echi dell’evento risuonano nel brano d’apertura, Lost Coastlines, un duetto tra il leader e l’amico partente, un pezzo sulle difficoltà e il senso di smarrimento della vita in tour.

Starry Stairs è, insieme alla copertina, il collegamento più palese con l’album precedente, in quanto come Savannah Smiles parla di Shannon Wisley, la pornostar morta suicida dopo essere rimasta sfigurata (“Hanno chiesto il sangue. Di cosa pensino sia fatta questa donna?”).

In chiusura di The Stand Ins incontriamo un’altra stella caduta, l’aspirante divo del glam Jobriath, immortalato in un momento di assurda speranza prima dell’inevitabile fine, in Bruce Wayne Cambell Interviewed On The Roof Of The Chelsea Hotel, 1979.

L’ossessione di Shelf con la cultura pop è benvenuta in quanto gli dà la chiave per esplorare al meglio i sentimenti e le debolezze umane. Persino un brano intitolato Calling And Not Calling My Ex è dominato dalla presenza dei media: “In Tv sembri uguale a quando eri mia […] Falli voltare a guardarti, mandali al tappeto, spezza i loro cuori”.

A livello di testi c’è dunque abbastanza per fare di The Stand Ins uno dei dischi dell’anno, ma, musicalmente, dietro agli arrangiamenti sempre perfetti, troviamo purtroppo segni di stanchezza, soluzioni ripetitive, come se talvolta le canzoni cedessero sotto il peso delle parole. Occorrono davvero molti ascolti per riuscire a farsi entrare i brani sotto la pelle, ed è difficile apprezzare pienamente l’album senza tenere sempre il booklet sottomano. Ma la sicurezza con la quale si muovono gli Okkervil River lascia pensare che per il prossimo futuro hanno già pronti nuovi scenari per le proprie canzoni tanto ambiziose quanto generose. (7,4/10)


Questo mio articolo è tratto dal Pdf gratuito con le recensioni di SentireAscoltare di Settembre.


Mp3 - Okkervil River - Lost Coastlines

Video Okkervil River - Lost Coastlines

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