Finalmente è uscito su SentireAscoltare il mio reportage sul FIB. Undicimila caratteri per descrivere quattro intensi giorni di campeggio nel deserto, di camminate infinite, di sporadiche dormite in orari e posti assurdi, ma soprattutto di grandissima musica. Mi son goduto i concerti, tra gli altri, di Morrissey, New York Dolls, Sigur Ros, Leonard Cohen, My Bloody Valentine, Tricky, Siouxsie, Raconteurs, Rumble Strips, National, Ròisìn Murphy, American Music Club, Babyshambles, Ting Tings e John Spencer con gli Heavy Trash. Quelli che vedete nella foto sono Danger Mouse e Cee-Lo, meglio noti come Gnarls Barkley, in uno dei miei scatti preferiti tra quelli realizzati da Domenico Davide. Altre sue fotografie le trovate sul sito di SA assieme al mio pezzo. Che inizia così:
Nella line-up di uno dei più grandi festival europei troviamo i ritorni di Leonard Cohen e dei My Bloody Valentine, istituzioni come Morrissey e i New York Dolls, maghi del live quali Raconteurs, Gnars Barkley e Sigur Rós. E se tutta questa gente con la faccia dipinta fosse invece qui solo per ballare ascoltando i Justice?
“It’s Monkey Time!!” David Johansen si sta divertendo come un ragazzino. È sorprendentemente in forma, se si eccettua la buffa pancia che sbuca dalla maglietta troppo corta. Sta offrendo uno show spettacolare, una rivincita tanto sulle sfortune del passato, quanto su coloro che s’aspettavano di vedere i New York Dolls come reliquie, come fantasmi sotto spirito. Quando duetta con l’altro superstite, Sylvain Sylvain, per omaggiare Johnny Thunders cantando You Can’t Put Your Arms Around A Memory, per il pubblico è inevitabile commuoversi e gioire al pensiero di stare vivendo un momento imperdibile, benedetto dalla grazia sublime e crudele del rock and roll.
Eppure il grosso dei presenti al FIB non è al Main Stage a godersi la celebrazione delle bambole. Cerca piuttosto di arrivare a vedere gli Hot Chip, che stanno suonando su uno dei due palchi coperti. La capienza del Fiberfib.com Stage è limitata, e restano fuori il doppio delle persone che riescono a entrare, contente comunque di ascoltare la dance del giovane gruppo inglese, magari guardando la performance sul maxischermo. In un momento del genere è più chiaro che mai il fatto che gli stessi pass/braccialetti del festival di Benicàssim stringono i polsi di due diversi tipi di appassionati di musica: i ragazzi indie-rock, impegnati come al solito a mostrarsi cool e a vincere la gara per la t-shirt più notevole, e il popolo della club culture, dei travestimenti, del glitter e dei colori fluorescenti, venuto per l’elettronica e per i dj set. Un po’ a sorpresa, sono questi ultimi a prevalere, sia a livello numerico, sia nella capacità d’essere l’anima della festa. Un altro esempio? In due giorni consecutivi, alla stessa ora, sullo stesso palco, suonano i grandissimi American Music Club e il nuovo arrivato Calvin Harris, col suo prevedibile revival degli anni ottanta. A livello di pubblico il paragone è impietoso: il gruppo di Mark Eitzel raduna una piccola porzione della folla che s’accalcherà per ballare Acceptable In The 80’s o The Girls. Naturalmente è impossibile stabilire un confine definito per i membri delle due audience, ben contenti di mischiarsi, di sperimentare nuovi suoni, di condividere lo stesso macroevento. L’unico infastidito sembra essere Morrissey, disturbato dal rumore dei Justice, liquidati in uno dei suoi acidi commenti: “Dance music. Very intelligent”... [Continua su SentireAscoltare]
Video The Raconteurs - Top Yourself - Live in Benicàssim 19/07/2008
Video Ròisìn Murphy - You Know Me Better/Primitive - Live in Benicàssim 18/07/2008
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