Zakk Wylde è tornato a incidere un album con i suoi Black Label Society, dando finalmente un successore a Shot To Hell, del 2006 (quello con le suore che giocano a biliardo in copertina). Nel frattempo Zakk è definitivamente uscito dal gruppo di Ozzy Osbourne, sostituito dal greco Gus G dei Firewind. Proprio per questo c'era grande attesa per l'uscita di Order Of The Black, primo album dei Black Label Society realizzato senza distrazioni di alcun tipo: attesa ripagata dal debutto al numero cinque della classifica americana. Nei fatti, Order Of The Black è un disco solido, pieno di attrattive per i fan di Wylde, anche se appesantito dalla... [Clicca qui per continuare a leggere l'articolo di Paolo Bassotti su Gibson.com]
Al terzo disco è tempo di diventare grandi. È una regola non scritta del rock, una regola che si riempe di significati particolari nel caso degli Arcade Fire. Il gruppo del Quebec è di fatto già grande, una delle realtà più consolidate nel mondo del rock alternativo. Un successo arrivato in un lampo, con il primo sorprendente album, Funeral, del 2004. E la grandeur è sempre stata anche la chiave del loro sound: gli Arcade Fire costruiscono il loro suono strato su strato, cercando la complessità negli arrangiamenti e nella costruzione dei brani, anche nei momenti nei quali si propongono in maniera più diretta. Il loro rock è trionfale, pieno, vivo, figlio di maestro Springsteen, che ha ospitato sul palco i due cantanti, Win Butler e Régine Chassagne, della creatività incessante dell'art rock (e qui vengono in mente gli altri due padrini, David Bowie e David Byrne), e anche della big music inglese. Chi l'avrebbe detto che i dominatori dell'indie del nuovo millennio avrebbero evocato a tratti Big Country e Waterboys?
Da quando nel 1969 i Deep Purple pubblicarono il loro discutibile Concerto For Group And Orchestra, sono stati tanti gli artisti del mondo del rock a bussare alle porte di qualche filarmonica, per realizzare il proprio fatidico “disco sinfonico”. Una mossa che arriva in genere a un punto avanzato della carriera: non è difficile avere il sentore di manie di grandezza e di un calo di ispirazione, ma a volte i buoni risultati danno ragione all'artista, si pensi ad esempio ai momenti migliori del recente Scratch My Back di Peter Gabriel.
Forse qualcuno si è ancora stupito quando i Metallica in S&M (1999) si sono fatti accompagnare dall'Orchestra di San Francisco, di certo non ci si può invece sorprendere di un disco come Symphonicities, nel quale Sting rilegge il proprio repertorio – come di recente aveva fatto in tour – in compagnia della Royal Philharmonic Concert Orchestra. Sting infatti negli ultimi anni è sembrato a suo agio soprattutto... [Clicca qui per continuare a leggere l'articolo di Paolo Bassotti su Gibson.com] Video - The Police - Next To You