lunedì 18 maggio 2009

Nello spazio aperto – Intervista agli Zero Gravity Toilet

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Le storie dei gruppi rock tendono ad assomigliarsi. I romani Zero Gravity Toilet raccontano però una storia diversa, da qualunque punto di vista la si prenda. Sono un collettivo formato da membri di molte band emergenti romane, nato per realizzare un progetto con l’Unione Europea. La loro musica nasce dall’improvvisazione, senza disdegnare la forma canzone, riecheggiando l’euforico nuovo rock canadese che si sta imponendo negli ultimi anni, con gruppi come Arcade Fire e Broken Social Scene. Abbiamo incontrato tre membri della formazione, per parlare del loro disco Antidotes For Imaginary Friends. E per capire cosa succederà ora che la prima parte della missione è stata compiuta.

Gli Zero Gravity Toilet non sono un gruppo come gli altri. Tanto per cominciare non si sa di preciso quanti siano. Andando a un loro concerto, potete trovare dalle quattro alle venti persone che suonano, e non è detto che dal live successivo non possiate ritrovarvi sul palco anche voi.

Il tutto nasce all’interno dell'associazione culturale romana Polyester, legata allo spazio Defrag. I primi esperimenti di collaborazioni tra band affiliate alla Polyester vengono pubblicati nel 2002, con il nome di Zero Gravity Toilet. Nel 2007 lo stesso nome viene recuperato per un’idea più ambiziosa, che porta alla costituzione di una band vera e propria, una sorta di supergruppo della scena romana, nato non per dare ulteriore spazio alla vanità dei componenti, ma per sperimentare nuove forme creative a partire dal confronto e dall’improvvisazione.

[Clicca qui per leggere l'intervista di Paolo Bassotti agli Zero Gravity Toilet su Gibson.com]

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